Attraversare i mari in tempesta della vita quando Dio sembra “dormire”

E’ tutto un problema di fede. Siamo “credenti senza fede”. La fede, rispetto all’essere “credente” è la disponibilità e il coraggio a compiere il tuffo dentro le tempeste della vita, nella certezza che non siamo soli. Cristo ci salverà. Ma per ritrovare questa fede perduta dobbiamo avere il coraggio di tornare su quella barca e rifare una, cento, mille volte quella traversata, perché è Gesù che ce lo chiede: Passiamo all’altra riva“.

Commento al vangelo della XII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Per le letture di questa domenica vai QUI.

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Passiamo all’altra riva”. La nostra vocazione è “missionaria”, nel senso che tutto ciò che facciamo, ogni parola che pronunciamo, ogni gesto che compiamo devono proiettarci fuori dalla nostra zona di tranquillità e spingerci verso il prossimo per parlargli di Gesù. Guai a chi si è appollaiato e non vuole camminare. Il popolo di Dio è sempre in cammino. Il nostro destino sta davanti a noi. Dobbiamo camminare. Insieme. Come comunità. Come famiglia.

Ci fu una grande tempesta di vento”. Tante volte abbiamo detto che ognuno deve attraversare il suo deserto per incontrarsi con Dio, con sé stesso e con la propria vocazione. Ognuno ha le sue tempeste da affrontare, le sue mareggiate e nessuno di noi ne è esente. Ognuno di noi affronta tempeste e combatte battaglie di cui nessun altro sa nulla. Se siamo soli, siamo perduti. Se camminiamo insieme, se camminiamo in Cristo, nulla ci può distruggere.

«Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Dio appare assente solo quando ci aspettiamo che lui faccia quello che noi gli chiediamo, anche quando sembra la cosa più giusta. Ma Dio non ci lascia mai soli nel cuore di nessuna tempesta. Siamo noi che abbandoniamo lui sulla croce e nella solitudine del tabernacolo.

Il vento cessò e ci fu grande bonaccia”. Dio è onnipotente. Egli mantiene ciò che promette e ciò che promette corrisponde sempre al bene superiore delle nostre anime e della conversione del mondo all’amore.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Alla fine, il problema è questo, Sempre questo e solo questo. Abbiamo più paura dei problemi e del male che entrano nelle nostre vite di quanta fede abbiamo nelle promesse di Dio. Diciamo di credere, ma quante volte abbiamo dimostrato di essere dei credenti senza fede? La crisi del cristianesimo nel mondo di oggi, la crisi delle parrocchie, delle vocazioni, di tutto, della collaborazione dei laici… tutto ha una sola radice: crediamo, ma non abbiamo fede.

Tutto è un problema di fede. E per riscoprire la fede dobbiamo tornare su quella barca o nel cuore del deserto. Lì faremo il nostro incontro con Dio. Lì riscopriremo di nuovo il dono della fede. Ma guai ad avere paura.

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