Rallegratevi! In questo mondo rimangono sempre più motivi per avere gioia che angoscia. Viene il Signore Gesù!

Commento alla liturgia della III domenica di Avvento – Anno C

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Siamo soliti sentir dire che il vangelo è la “buona notizia”. L’espressione si riferisce non tanto ai quattro testi che portano questo nome quanto piuttosto al loro contenuto e alla persona di Gesù. Gesù è la buona notizia comunicata dal Padre all’umanità. Egli ci fa sapere che noi non siamo soli. Esiste un Dio al di sopra di noi – e nei nostri cuori – che ci ama di un amore infinito ed è Padre di tutti. In Cristo noi siamo riconciliati per sempre col Padre.

Nell’era delle comunicazioni globali dell’economia di mercato, tutto è annunciato “notizia fantastica, favolosa, imperdibile”. Tutto è promessa di felicità. L’espressione è talmente abusata che non vogliamo più sentir parlarne. Infatti, ciò che viene venduto come lieta notizia dalla pubblicità, il più delle volte si traduce in “grande illusione” che svuota l’anima e la lascia in uno stato di angoscia e di confusione. E non si avverte neanche il messaggio cristiano come lieta notizia per la vita.

La parola “vangelo” contiene una forza spirituale potente: è qualcosa che possiede una forza tale da sconvolgere l’intera esistenza di una persona o di una comunità. È un messaggio capace di generare significato e orizzonti proprio quando la vita sembra dirci che esistere è un inganno, un trovarsi dentro una strada senza uscita.

Ciò che il mondo promette e annuncia come “lieta notizia” perde la sua forza e il suo carattere di novità nell’arco di poche ore. Il vangelo di Gesù, invece, resta in eterno perché conduce oltre tutte le promesse fumose del mondo.

Non temere… non farti cadere le braccia!”, ci viene detto nella prima lettura. Un grande messaggio di incoraggiamento e di speranza per chi si sente sfiancato e messo in ginocchio dalla vita. La Lettura continua: “Rallègrati, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, il Signore ha revocato la tua condanna!

Davanti alle crisi del mondo contemporaneo, davanti alle delusioni e ai fallimenti che affrontiamo, la parola di Gesù si innalza come luce e speranza. Questi giorni del Natale ci ricordano che non possiamo lasciarci cadere le braccia, dobbiamo stringerci forte insieme. Viene il Signore Gesù. Andiamogli incontro.

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