Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
(Mc 10,28-31)
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La chiamata dell’apostolo.
Lasciare tutto … per Cristo!
Lui dice:
Avrai cento volte tanto…
avrai anche persecuzioni…
ma avrai la vita eterna!
Come può il cuore umano spiegare un tale mistero?
Come si fa a dire con parole umane
ciò che avviene in chi ha lasciato tutto per il Regno di Dio?
Come rendere l’idea, con parole umane,
che colui Dio ha riservato per sé
dovrà lottare… con se stesso e con Dio…
per tutto il resto della sua vita.
Di questa lotta il mondo
non se accorgerà mai.
Nè potrà mai capire, il mondo,
che proprio da questa lotta
il chiamato troverà la sua vera pace.
La sua unica pace.
Farà il viandante per le vie di questo mondo,
privato spesso di molto,
qualche volta di tutto,
di ogni umana sicurezza.
Farà il viaggiatore notturno,
pellegrino alla ricerca di anime,
sarà come chi sale
sull’ennesimo treno verso l’ennesimo luogo,
dove nessuna fermata è la meta
dove riposare le stanche membra,
ma un nuovo punto di partenza.
Di luogo in luogo sperimenterà
di essere solo di passaggio nella vita di tanti.
Una presenza in transito,
perché il Regno chiama sempre verso nuovi orizzonti
ed esige che nessun luogo
diventi la propria residenza permanente.
E mentre sarebbe naturale voler mettere tenda
nel primo posto comodo lungo la strada,
il chiamato sentirà l’attrazione struggente
di quel Regno che lo spinge a non fermarsi mai.
Qui sta il mistero:
pellegrino per le vie di questo mondo,
sempre proteso verso nuovi orizzonti
costui non sarà mai solo.
Nel suo transitare nella vita di molti
si accorgerà di aver trovato una casa,
un luogo di riposo, una nuova famiglia,
nuove gioie da condividere
e per le quali rendere grazie.
E in ogni luogo Cristo sarà già lì ad attenderlo.
E ogni luogo e ogni persona gli sarà casa, famiglia, amico.
Si troverà con le spalle slogate
dal peso dalla croce
che si messo addosso per seguire Cristo,
ma non potrà fare a meno di desiderarla,
e di abbracciarla,
perché in quella croce
diventa uno con Cristo.
Si troverà con le mani bucate
dagli stessi chiodi che hanno trafitto Gesù…
Eppure proverà una gioia immensa… indescrivibile
quando le stenderà verso il mondo,
verso ogni uomo o donna che chiede,
per benedire… benedire e ancora benedire…
Andrà per la sua strada
con i piedi bucati dagli stessi chiodi,
eppure avrà la forza di compiere il pellegrinaggio.
Con quei piedi bucati andrà verso il mondo…
verso quei volti…
attratto irresistibilmente
dal grido di coloro che invocano,
anche inconsapevolmente,
il nome santo di Gesù…
Proverà gli stenti del viaggio
ma avrà la forza di reggersi in piedi.
Spesso il suo passo vacillerà
e qualche volta cadrà.
Spesso dovrà rialzarsi da solo.
Eppure sa di non essere un superuomo.
Sentirà dentro di sé una forza
che non gli appartiene.
Si rialzerà, fisserà nuovamente
lo sguardo su Cristo, il Vivente,
si scrollerà di dosso il tremore di ogni caduta,
guarderà dritto davanti a sé
e riprenderà il cammino
verso le periferie del mondo…
Quando si ferma a contemplare
il mistero che si sta consumando dentro di sé
sentirà le note misteriose di un canto spirituale
che non è lui a intonare.
Sentirà una voce… una presenza dentro di sé.
E poiché sa di appartenere a Cristo,
riconoscerà quella voce e quelle note:
è lo Spirito Santo del Dio Eterno e Vivente
che vive, respira, prega e canta dentro di sé,
nel profondo dei propri abissi.
E qui il miracolo:
sentire in ogni cellula del corpo,
in ogni osso indolenzito o spezzato,
in ogni muscolo affaticato…
l’energia prodotta da quella divina presenza…
la gioia che nasce dalla certezza interiore
che lo Spirito muove ogni cosa…
e concede dieci, cento, mille volte tanto
rispetto a tutto quello che è stato lasciato indietro,
per amore dei Gesù,
per la passione del suo Regno,
o rispetto a quello la vita ti ha ingiustamente tolto.
Vi è una gioia nell’appartenere totalmente a Cristo
e nell’essere apostoli del suo Regno
che non può essere spiegata con parole umane.
Può essere solo accennata. Spesso solo balbettata.
Quando finisce il balbettio… da qui in poi può essere solo immaginata.
Chi ha sperimentato quest’opera di Dio lo può dire:
Dio non si lascia vincere in amore, in generosità e in gratitudine.
Mai.
Solo nella fede si può sperimentare e comprendere una tale gioia.
Solo nella fede ogni prova della vita si apre alla speranza
e nella certezza interiore che, in Cristo, noi non siamo soli.
L’ Amore di Gesù,il Suo Spirito muove e rinnova ogni cosa…
E la gioia interiore che nasce, non la si può trattenere ma
necessita la condivisione con i fratelli che incontriamo sul
cammino della vita.
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3 Comments
L’ Amore di Gesù,il Suo Spirito muove e rinnova ogni cosa…
E la gioia interiore che nasce, non la si può trattenere ma
necessita la condivisione con i fratelli che incontriamo sul
cammino della vita.
“…..Voi farete cose piu’ grandi di Me….Voi sarete Me…”
evvai!! partiamo così con lo zaino vuoto, senza capacità proprie, vasi vuoti da lasciar riempire a Dio per dar da bere a chi ha sete! 🙂