Avvento (II). In Cristo che viene un vecchio mondo muore e ne nasce uno nuovo. Dobbiamo preparare i cuori per accoglierlo.

La venuta di Cristo rappresenta l’inizio di qualcosa di nuovo, un una nuova nascita di tutto che attraversa la dimensione più interiore del nostro essere come anche le varie distese del cosmo. Se noi vogliamo essere parte di questa nuova genesi, dobbiamo rimuovere ogni ostacolo del cuore.”

Commento al vangelo della II Domenica d’Avvento – Anno B

Ascolta il vangelo in formato audio   QUI.

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In questa II domenica di Avvento, le prime parole del Vangelo, che potrebbero sembrare solo una introduzione, sono invece la sostanza dell’annuncio. “Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”. “Inizio del Vangelo”, “Inizio”. Siamo al principio di qualcosa di nuovo, bello e sconvolgente e che cambierà il destino dell’umanità. Questo “inizio” consiste in un “nascere di nuovo” dalle ceneri di una vita vecchia e sterile, improduttiva perché divenuta incapace di amore. È un ricominciamento che avviene nei cuori, perché con la venuta di Gesù, ogni ombra di tristezza si trasforma in gioia infinita. C’è, dunque, una storia felice da raccontare all’umanità: Gesù Cristo, Figlio di Dio. Lui è la notizia. Lui è il Vangelo. Egli viene! Viene in mezzo a noi e per noi, viene come uno di noi.

A Giovanni il Battista è affidato il compito di dare l’annunzio. Nel deserto, dove l’uomo è spogliato e denudato davanti a sé stesso, dove i cuori sono purificati e resi più capaci di accogliere l’essenziale e rinunciare il superfluo. C’è nei cuori un caos, un groviglio di confusione e una totale assuefazione ai messaggi effimeri di falsa gioia. Si vive l’Avvento come tempo di attesa della stagione dei super-sconti, a cominciare con la festa commerciale del Venerdì Nero, che è più atteso e più amato del Venerdì Santo.

Persi dentro questo groviglio nel quale l’annuncio è: comprate e spendete, e sarete davvero felici, abbiamo bisogno di ascoltare le parole del Battista. Dobbiamo rientrare in noi stessi e raddrizzare tutti i sentieri tortuosi che alla fine portano a perderci nell’oscurità e lontani da Dio. Dobbiamo desiderare la sua venuta, rimuovere tutti gli ostacoli interiori, quelli relazionali e sociali che gli impediscono di entrare in noi. Dobbiamo cambiare condotta di vita, perché Egli vienee non è una favola. È la nostra fede! Viene a farci conoscere il Padre e il suo amore per noi. Lasciamoci portare dall’annuncio.

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