“Sarebbe bastato che avessimo fatto come Maria, che avessimo detto “SÌ” al miracolo che Dio voleva fare di noi. E nulla del male che sta divorando il mondo sarebbe mai esistito“
Commento al vangelo della IV Domenica di Avvento Anno B
Ascolta il vangelo in formato audio QUI.
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Prima riflessione
In questi giorni stiamo ascoltando la Parola di Dio che parla cose impossibili che diventano realtà:
Una anziana sterile concepisce e partorisce un bambino. Una ragazza vergine che non ha mai toccato un uomo, lo stesso. Il bambino che cresce dentro di lei è generato da Dio. È il figlio di Dio.
In questi eventi Dio sta sconvolgendo dalle fondamenta la natura stessa della terra. C’è un un popolo che sta smettendo di credere e di sperare per il quale Dio sta compiendo questi prodigi. Dio si sta preparando a entrare nella storia degli uomini.
Nulla sarà mai più come prima. A Dio appartengono tutte le cose ed Egli è determinato a riscattare ciò che è andato perduto e non si fermerà fino a quando non avrà compiuto la sua opera.
Quando Dio entra nelle nostre vite, o non ce ne accorgiamo, perché distratti e narcotizzati dai falsi bagliori del mondo, oppure ce ne accorgiamo. E a quel punto le nostre viscere cominciano a tremare, perché quando Dio interviene, e noi siamo l’oggetto del suo intervento, paura e confusione sono la prima reazione.
Cosa vuole Dio da me? Vuole la risposta di Maria: Eccomi, Signore. Ho paura a consegnarmi a te. Non so cosa tutto questo significherà. Ma mi fido di te. Tu sei la mia roccia. Non vacillerò in eterno.
E Dio ripete ancora oggi, ad ogni cuore disposto ad accoglierlo, le parole che disse a Maria: “Rallegrati. Non avere paura. Il Signore è con te”.
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Seconda riflessione
Nella narrazione del vangelo di oggi c’è una frase che riassume tutte le dimensioni e le forme con cui si esprime la vita cristiana: “Eccomi, sono la serva del Signore. Si compia in me la Parola che tu hai pronunciato”. Penso che in tutta le Scritture non si troveranno parole più potenti di queste.
E ciò che rende queste parole potenti è l’atto di remissione, senza resistenze, della propria vita a Dio; la fiducia che Lui, con la nostra vita, farà solo cose belle. Queste parole, pronunciate da Maria, hanno sconvolto il destino dell’umanità e dato un nuovo inizio a tutto.
Dio, per intervenire SU di noi, per darci la consolazione della sua grazia, non ha bisogno di permesso, perché noi apparteniamo a Lui. Ma per servirsi di noi come strumento per riscrivere la storia della salvezza dell’umanità, Dio ha bisogno di una nostra adesione libera alla sua proposta.
Adorare Dio in spirito e verità significa adorarlo nella libertà, e non perché costretti, perché solo l’adesione libera a Dio è frutto di un cuore aperto alla sua zione. La nostra, quindi, deve essere un’adesione libera, amorevole, gioiosa. Non ci può essere tristezza in quest’adesione. Non può essere un’adesione rancorosa. Non possiamo dire sì a Dio e poi vivere una vita nell’astio infinito verso gli altri.
Quel “Eccomi” si rivela come l’esatto opposto dell’atteggiamento di Adamo che, chiamato da Dio, si era nascosto per non fargli scoprire il suo peccato. Ed è l’esatto opposto della parola del Maligno, il quale, alla vocazione datagli, dirà a Dio: “No. Io non ti servirò”.
Dio ci chiama. Ogni giorno. Abbiamo bisogno di purificare i cuori per sentire il sussurro dell’angelo che ci parla e per renderci disponibili a cooperare con la volontà di Dio, per far posto nel mondo al Cristo che viene.
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