Commento al vangelo della II Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
“Voi volete sapere come cercarmi e dove trovarmi. Mi chiedete: dove abiti? La mia casa è il Padre e se voi volete conoscere la mia identità profonda dovete riscoprire Dio come Padre e lasciare che io e lui prendiamo dimora dentro di voi“
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Ci sono eventi della nostra vita che, per il loro impatto e significato, restano impressi nella memoria per sempre. Alcuno di questi eventi hanno il potere di dare una svolta radicale alla vita e trasformarla, come assistere al parto di un figlio e diventare genitori. È qualcosa che cambia, che stravolge. Nulla sarà mai come prima.
Per questo Andrea e Giovanni, dopo aver lasciato Giovanni ed esseri messi a pedinare Gesù quasi fino a casa, ricorderanno l’ora esatta in cui Gesù si è rivolto a loro: le 4 del pomeriggio. Un’ora che simbolicamente significa “quasi a fine giornata”, oppure “oltrepassato il tempo della giornata in cui ciascuno produce il massimo con il proprio lavoro o mestiere”. Simbolicamente potrebbe significare: “oltre il tempo della luce, quando si avvicina il tramonto e poi la notte; oltre il tempo della speranza e dell’attesa; l’arrivo del tempo di ritirarsi a casa”.
Il significato simbolico di quest’ora potrebbe essere anche questo: “essendo un’ora che volge verso la fine della giornata, è un orario che segna il passo a un’altra giornata in cui non è successo niente. La venuta del Messia, attesa per 800 anni, non è avvenuta neanche oggi. Ed è passato un altro giorno nel silenzio di Dio”.
Eppure, Dio si manifesta quando meno ce l’aspettiamo, proprio quando tutto è passato, quando si avvicina il tramonto, il buio, non solo del giorno solare ma quando passa anche la speranza e l’inquietudine dell’attesa che qualcosa avvenga.
E così, di quell’incontro, quello che cambierà per sempre le loro vite, Andrea e Giovanni ricordano perfino l’ora esatta.
Gesù si accorge che i due lo stanno seguendo. Gli chiedono: “Dove abiti”? C’è molto di più che la curiosità di sapere l’indirizzo civico di Gesù, che lavoro facesse, se era sposato, quanti figli avesse. La domanda è più profonda e attuale anche per noi, oggi: “Sei tu, davvero, l’Agnello di Dio? E se sei tu, adesso che sono passati 2000 anni dalla tua venuta, esistono ancora la guerra e la fame? Perché non fai qualcosa e metti fine alle sofferenze del mondo”?
Le parole di Gesù: “Venite e vedrete”, contengono una risposta che solo alla luce della fede può essere compresa. “Voi volete sodisfare le vostre curiosità sulla mia identità. Ma se volete sapere dove dimoro, dovrete scoprire chi è, veramente, il Padre, perché io sono nel Padre e lui in me e da Lui io sono venuto. E’ Lui, il Padre, la mia dimora. Se mi seguirete, se verrete dietro a me, se diventrrete miei discepoli, i vostri occhi di apriranno e voi vedrete. un giorno Egli sarà anche la vostra dimora. Adesso, intanto, la mia dimora è nei luoghi dove il mondo soffre la sua passione. Io abito lì. E chi segue me deve abitare lì.
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