Di quale pane abbiamo fame?

I romani davano panem et circenses, il pane e il divertimento, per tenere sottomesse le masse e fare in modo che si sentissero felici di essere dominati e non liberi. A volte si ha la sensazione che, mentre Gesù ci offre la libertà, noi gli chiediamo il pane e il divertimento, perché la libertà ha un costo, mentre divertirsi da schiavi non costa nulla. Costa solo la rinuncia all’eternità“.

Commento al vangelo della XVIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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Gesù ha appena sfamato una folla di cinquemila persone. Non è azzardato affermare che, alla luce del messaggio globale di Gesù, dal Beatitudini fino alla sua stessa risurrezione, passando attraverso miracoli straordinari come la guarigione del cieco nato e la risurrezione di Lazzaro, sia proprio questo il segno più importante che Gesù abbia compiuto durante la sua missione terrena. Un segno che contiene tanti significati e insegnamenti.

Gesù è la manifestazione di Dio che si prende cura dei suoi figli e sfama la fame di ogni vivente. Gesù stesso è il cibo che si offre a noi per sfamare la nostra fame. Ora noi dobbiamo solo decidere quale fame sia più importante sfamare: la fame di pane e di divertimento, che i romani offrivano gratuitamente per tenere buone le masse o il pane come cibo spirituale che sazia la fame dell’anima. Da questa scelta dipende come noi vivremo la nostra vita.

Gli ebrei si misero sulle tracce di Gesù, che si era allontanato subito dopo la moltiplicazione dei pani, perché volevano farlo re. È il segno che si erano saziati, ma non avevano capito il significato del gesto. Volevano un re che sapesse ripetere la distribuzione del pane, come facevano i romani, e che organizzasse i giochi, come i romani. Cambiava solo il re, ma restava uguale il basso orizzonte dell’esistenza.

Gesù ora chiede la fede a coloro che hanno mangiato il pane. Il pane era un segno di qualcosa di più grande. Segno della fraternità nella quale si moltiplica, per la forza dell’amore, tutto ciò che di essenziale ognuno ha bisogno, perché a nessuno manchi il necessario. Il pane è segno della Parola di Dio che scendendo dal cielo, come fu per la manna per gli ebrei nel deserto, sazia la fame di Dio nel cuore dell’uomo e lo apre a uno sguardo sul mondo, così come lo vede Dio.

È la fede che ha mosso il ragazzo a dare tutti i cinque pani e i pesci che possedeva, abbandonandosi alla fiducia incondizionata in Gesù. È la fede che illumina la nostra vita e trasforma il nostro sguardo e ci fa rinascere a una vita sempre nuova, ogni mattina.

Senza la fede e l’amore noi diventiamo crudi, egoisti, freddi e indifferenti ai bisogni e alle sofferenze dell’altro e finiamo per preoccuparci solo di noi stessi. Cristo è il pane di Dio disceso dal cielo che ci alimenta e ci trasforma. Noi dobbiamo solo chiederci: quale pane vogliamo.

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