Enzo Bianchi – Cristiani e infelici. Riscoprire la forza trasformante delle beatitudini

lacrime

 

Perché i cristiani non riescono più a rendere ragione della loro felicità davanti al mondo? Perché vivono la “straordinaria avventura di credere” (Giovanni Paolo II) e poi si comportano come se il loro destino non fosse quello di essere felici…come se la fede fosse solo “dolorismo”, con la conseguenza di dover accettare come destino di portare pesanti fardelli e osservare cumuli di prescrizioni e divieti? Enzo Bianchi, priore del Monastero di Bose, ce ne parla a proposito del suo ultimo libro sulle Beatitudini_(E. Bianchi, Le vie della felicità. Gesù e le beatitudini, Rizzoli, 2010)

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Scrive Enzo Bianchi nel suo libro appena uscito: “Il santo è l’uomo nuovo,quello che vive secondo_il modello lasciato_da Gesù Cristo;è l’uomo delle beatitudini;è l’uomo spogliatosi_dal proprio egoismo,che vive per Dio e per gli altri;è l’uomo trasfigurato.È l’uomo veramentee pienamente umano…

…Consolante è la parola di Gesù che suggella le beatitudini, il suo invito alla gioia: «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Una ricompensa che però ha la sua caparra già nel nostro oggi. Vivendo le beatitudini, infatti, pur con tutti i nostri limiti e peccati, possiamo sperimentare già qui e ora la felicità che consiste nel vivere come Gesù e con lui. «È lui la porzione, ed è lui che ti dona la porzione. È lui che ti indica il tesoro, ed è lui stesso il tesoro per te» come ricorda Gregorio di Nissa. Gesù, la nostra beatitudine, ci_insegna un cammino di felicità, apre tutti i giorni davanti a noi le vie della felicità cui anela ogni essere umano.

Su “Avvenire” del 5 maggio 2010 scriveva: “Che senso ha oggi leggere le beatitudini? Perché meditare su queste paradossali parole di Gesù? Innanzitutto, credo, per una ragione umanissima. Nel contesto socioculturale in cui viviamo, noi cristiani siamo chiamati, oggi più che mai, a mostrare con la nostra vita cammini di umanizzazione e di salvezza percorribili da tutti gli uomini. Ora, la maniera più efficace per scoprire questi cammini consiste nel praticare la ricerca del senso, esercizio che ai nostri giorni pare sempre più raro: è diventato difficile, soprattutto per le nuove generazioni, dare senso alla vita e alle realtà chela costituiscono, tanto che da più parti si levano voci che denunciano la «crisi del senso». In questa situazione noi cristiani dovremmo saper mostrare a tutti gli uomini, umilmente ma risolutamente, che la vita cristiana non solo è buona, segnata cioè dai tratti della bontà e dell’amore, ma è anche bella e beata, è via di bellezza e di beatitudine, di felicità. Chiediamocelo con onestà: il cristianesimo testimonia oggi la possibilità di una vita felice? Noi cristiani ci comportiamo comepersone felici oppure sembriamo quelli che, proprio a causa della fede, portano fardelli che lischiacciano e vivono sottomessi a un giogo pesante e oppressivo, non a quello dolce e leggero diGesù Cristo (cfr. Mt 11,30)?

 

 

 

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3 Comments

  1. Nella vita tutti affrontiamo grandi prove, gioie e dolori, e queste ” mega-esperienze ” ci fanno sentire il bisogno di un contesto spirituale nel quale poter esternare la nostra protesta o la nostra gratitudine, o anche solo per cercare comprensione. Bisogna cogliere qualsiasi occasione, pur di continuare il cammino verso la luce, verso le vie della felicità. Ognuno ha il diritto di non smettere di cercare finché non arriverà il più possibile alla fonte della meraviglia e , quindi , alle vie delle beatitudini, perché, le vie della Provvidenza sono infinite! La coscienza è la nostra guida. La felicità è il risultato di uno sforzo individuale. Si combatte per ottenerla, si lotta per lei. E quando si è raggiunta la felicità, non si deve mai perdere la volontà di mantenerla…si deve compiere un potente sforzo per continuare a nuotare sulla cresta della sua onda. Le persone seguono cammini diversi, ma tutti possono raggiungere un equilibrio interiore, basta cercare la comunione con Dio. Egli risponde alle preghiere e agli sforzi degli esseri umani in qualsiasi forma….basta che la loro devozione sia sincera. La ricerca della contentezza, dell’armonia è un atto che si compie sia per il proprio bene, ma è anche un dono al mondo. Solo così siamo liberi di aiutare chi ha bisogno di noi e di godere della vicinanza delle persone amiche.

  2. credo nel titolo ci sia un errore: CRISTIANI E FELICI (non inferlici)… o no?

    • No. Il titolo originale dell’articolo di Enzo Bianchi è proprio così. Vuole essere una provocazione.


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