“Gesù dichiara di essere il Pane della vita. Chiede di essere riconosciuto come fonte e sostegno della vita. I giudei, invece, si mettono a discutere. Argomentano, contestano, pongono ostacoli alla parola di Gesù. Così è nei secoli. Non basta mangiare il pane. Bisogna spendere l’energia che esso produce per dar testimonianza al mondo che Cristo è il salvatore. Diversamente, non possiamo aspettarci che il mondo creda solo sulla base della nostra parola”.
Commento al vangelo della XX domenica del Tempo Ordinario – Anno B
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Siamo alla fine del ciclo dei vangeli domenicali che, cominciati con la distribuzione dei pani per i cinquemila nel deserto, giunge alla conclusione con la rivelazione, di carattere finale, che Gesù è il Pane della vita, il nutrimento che è, insieme, fonte e sostegno della vita spirituale e forza e motivazione per non fermarsi nel pellegrinaggio della vita.
San Paolo, nella seconda lettura, ci ammonisce: “Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi… con saggezza, … perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore”.
Siate saggi. Sappiate comprendere. San Paolo ci invita ad innalzare di livello la qualità della nostra vita cristiana. Egli, non di rado, nelle sue lettere, lamenta che nella Comunità cristiane, quelle fondate da lui oppure quelle già esistenti, comunque sia sono comunità appena agli inizi, vi è troppa agitazione, troppo nervosismo, troppo interesse per la data esatta in cui Gesù ritornerà glorioso, perché ognuno ha le sue richieste da rivolgergli.
Tutti si riuniscono ai piedi degli apostoli, tutti si nutrono del pane della parola che essi pronunciano, tutti mangiano il pane eucaristico.
Ma ci sono motivi per cui l’apostolo sente il bisogno di scrivere, in questo caso ai cristiani di Efeso: “No… non rilassate troppo i vostri costumi, non ingozzatevi a tavola e non ubriacatevi di vino. Siate “saggi”, il vostro sguardo sia illuminato dallo Spirito di Dio. Non siate sconsiderati, ma rimanete nel timor di Dio per conoscere la sua volontà.
Nel vangelo, Gesù ci rivela in modo chiaro e definitivo che lui è il Pane della vita, il suo corpo è la carne che sazia la fame di Dio e dona la salvezza. Alcuni di noi cristiani, non tutti, ci accostiamo al pane della sua parola e mangiamo la sua carne eucaristica. Ma se la nostra unica preoccupazione è di “mettere in regola le nostre carte” con Dio, a che serve che Gesù sia per noi il pane della vita?
Se noi non lasciamo che il pane della parola ci trasformi dentro e ci elevi alle altezze di Dio, innalzati dal suo Spirito, per far diventare “pane” ogni persona e se non lasciamo che il corpo eucaristico di Cristo ci santifichi perché noi possiamo, a nostra volta, santificare il mondo con la nostra vita, se dopo tutto rimaniamo agitati e immersi nel pettegolezzo maligno permanente, a che serve essere cristiani?
Questo nostro è un tempo di rinnovata testimonianza. E abbiamo un pane da portare al mondo, non solo da mangiare per il nostro bene personale.
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