“Le guarigioni di Gesù sono, dunque, certamente, il segno della potenza con cui Dio ha fatto irruzione nella storia del mondo… per proclamare l’avvento del Regno eterno di Dio. Sono il suo grande messaggio d’amore. Ora, in Cristo, è questo Regno che avanza, con la sua giustizia e la sua pace“.
Commento al vangelo della VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
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Iniziamo questa riflessione con una domanda: Gesù è venuto nel mondo per compiere guarigioni, miracoli e prodigi, così da dimostrare la potenza di Dio e ottenere le conversione degli uomini a Dio? È questo il suo scopo principale e il suo metodo? Da un lato potremmo rispondere che anche il progresso millenario delle scienze ha sempre avuto lo stesso fine di sconfiggere il male e creare condizioni di vita migliori per ogni nuova generazione che viene al mondo.
Certo, Gesù è venuto a guarire e a sollevare la sofferenza di un’umanità spezzata dal dolore. Basta prestare attenzione ai suoi gesti e atteggiamenti: alla compassione con cui egli si china sul lebbroso, si pone in ascolto del suo dolore e del suo grido e gli restituisce la pienezza della vita.
Pensiamo, ora, a un’altra forma di lebbra, di natura spirituale che non consuma la carne ma lo spirito. È un male molto più diffuso di quanto immaginiamo, sia per la crescente indifferenza verso le dimensione spirituale dell’esistenza, sia per una sovra esposizione all’estetica del corpo, alla bellezza fisica che ci fa quasi dimenticare di avere un’anima immortale.
L’anima, intaccata dal contagio di un male spirituale, viene divorata allo stesso modo con cui la lebbra consuma la carne di coloro che ne sono malati.
Con l’annuncio del Regno, Gesù dà compimento alle antiche profezie. Egli dà inizio a una nuova era della storia umana e a dell’evoluzione dell’intero universo. Egli è la manifestazione vivente del Regno nel quale Dio e l’uomo si riavvicinano e ha inizio una nuova comunione universale.
Le antiche società relegavano fuori dai loro confini i lebbrosi a motivo del contagio. Le società moderne fanno altrettanto con coloro che non sono utili a un sistema economico che premia solo i più produttivi (se li premia!) e scarta tutti gli altri.
Gesù, invece, entra in contatto fisico con il lebbroso, gli rivela di essere amato di un amore infinito da Dio, lo dimostra con i gesti della sua tenerezza e gli restituisce la pienezza della sua dignità in quanto figlio di Dio. Così fa con i malati nell’anima.
Le guarigioni di Gesù sono, dunque, certamente, il segno della potenza con cui Dio ha fatto irruzione nella storia del mondo per mettere fine alla regno del male e proclamare l’avvento del Regno eterno di Dio. Sono il suo grande messaggio d’amore. Ora, in Cristo, è questo Regno che avanza, con la sua giustizia e la sua pace.
Noi cristiani di ogni tempo, in quanto Chiesa di Cristo, siamo chiamati a continuare la sua opera nei secoli: edificare Il Regno di Dio mediante l’annuncio del vangelo e la testimonianza della carità; edificare comunità cristiane che siano specchio di questo regno, nelle quali la comunione fraterna diviene forza per sollevare i derelitti dalla loro sofferenza e promuovere una nuova fraternità universale.
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