Commento al vangelo della IV Domenica di Pasqua Anno A 2023
Ascolta il vangelo:
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La risurrezione di Gesù è il modo che Dio Padre ha scelto per aprire all’umanità le porte del cielo, dopo che erano state chiuse a causa del peccato originale.
Nel figlio risorto Dio si riconcilia col mondo. Egli costituisce il figlio stesso la “porta del cielo”. Gesù dirà di essere il “guardiano e, insieme, la Porta delle pecore”. Ma che significa? Significa che chi vorrà entrare nel Regno dei cieli e vedere Dio faccia a faccia, dovrà passare attraverso di lui. Senza Gesù non vi è speranza di salvezza. In lui tutto è trasformato e rinnovato.
Attraverso di lui, noi riguadagniamo anche l’accesso alla parte più profonda di noi stessi. Senza di lui noi siamo chiusi fuori da noi stessi, dal contatto con chi siamo veramente e non riusciamo a sentire la voce dello Spirito Santo che ci parla dell’amore del Padre da dentro la nostra anima. E finiamo col diventare schiavi di ogni paura che il mondo incute.
Attraverso Cristo noi ritroviamo anche l’accesso al cuore dell’altro, verso il quale troppo spesso siamo blindati, per diffidenza, mentre, invece in Cristo noi conosciamo l’altro nella sua bontà originaria e conosciamo Dio nell’esperienza della fraternità e della comunione. Senza la fraternità e la comunione, anche Dio resta soltanto una idea astratta.
I ladri e briganti di cui parla Gesù sono coloro che si spacciano per guardiani, in nome di Gesù ma vogliono solo prendere il posto di Dio, fingendo la fede mentre le loro opere sono divisione, distruzione e morte.
A tutti, però, compreso mercenari e assassini, è offerta l’opportunità di tornare a essere figli, a patto di convertirsi e ritornare a Cristo.
Chi sperimenta nella propria vita la presenza del risorto desidera solo amarlo e servirlo nel prossimo, secondo la vocazione che ha ricevuto e desidera la pace e la riconciliazione con tutti. Conoscere Gesù come Porta delle pecore significa fare esperienza della Pasqua nella propria vita ed esserne testimoni davanti al mondo.
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