Il mistero di Dio. Trovare il buio nel cuore della luce. Ed esserne illuminati.

Dio non è la riposta a tutte le domande della vita. È la causa di tutte le domande. E dell’inquietudine che spinge a cercare in Lui ogni risposta.

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Più ci rifletto, più guardo intorno a me…. e più mi convinco nel profondo del mio cuore: davanti allo smarrimento del nostro tempo, Dio non è la risposta a tutte le domande dell’uomo ma, al contrario, la sorgente che è all’origine di tutte le domande e che muove il cuore a cercare le risposte.

È la fede che ci rivela che le risposte stanno in lui, ma il cuore, quando questo si sveglia di soprassalto e comincia a chiedersi di Dio, conosce dapprima solo l’inquietudine della domanda, non la certezza della risposta. E questa inquietudine rimane per tutta la vita. Perché anche nella persona di fede, mentre avviene l’adesione a cio che di Dio ci è dato di conoscere per il dono della rivelazione, le domande non cessano. Spesso si fanno più insistenti.

Dio non è la risposta…
È la domanda primordiale.
Non è la certezza…
È l’inquietudine.
Dio non è l’ovvio…
È tutto, fuorché l’ovvio.

In bocca a molti credenti sembrerebbe che Dio sia la cosa più ovvia e certa di questo mondo, come la soluzione di un algoritmo che spiega tutti i misteri del mondo.

Invece mi sembra che Egli sia l’origine dell’inquietudine che spinge l’uomo a compiere il pellegrinaggio della ricerca alla risposta alle domande sollevate dalla vita. In un tempo in cui si va spegnendo, nel cuore dell’uomo, l’inquietudine della ricerca, Dio è Colui che risveglia nell’uomo l’inquietudine e la forza della domanda, l’insonnia che sta all’origine del destarsi e del partire. È la forza motrice del cammino. Dio è la causa prima che ci rende veramente umani.

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È nella fede e soltanto in virtù della fede, che Dio, per mezzo di Gesù di Nazaret, diventa comprensibile all’uomo, che il tormento dell’inquietudine acquista un senso, una direzione, una bussola. È solo in virtù della fede che Dio, in Cristo, diventa non solo la causa di tutte le domande, ma il punto di attrazione finale dove, per fede, il credente sa che risiede la risposta. È nella fede e soltanto in virtù della fede, che Dio, in Cristo, diventando sia la causa di tutte le domande, come anche il punto di attrazione finale, diviene anche la Strada, ossia la Via che conduce alla Verità, e la Verità stessa. Verità che è sorgente della vita e che è la Vita.

Poiché questa certezza è raggiungibile solo nella fede e per mezzo di essa, Dio non può essere mai accostato dal credente con troppa confidenza. Non può mai essere impugnato davanti al mondo come la soluzione a tutti i problemi dell’uomo, nella maniera di una formula aritmetica. C’è troppa ostentazione, troppa arroganza in tanti nel pronunciare il nome di Gesù di Nazaret. Troppo poco rispetto del mistero di Dio che, per quanto rivelato in Cristo all’umanità, rimane in sé insondabile e chiede un rispetto sacro della mente e del cuore.

Per questo è necessario imparare un linguaggio che sappia comunicare la fede e annunciare Gesù di Nazaret in modo nuovo. Occorre riscoprire la forza e la bellezza di un annuncio che sappia passare attraverso la notte dell’esistenza, che sappia arrestarsi davanti al l’oscurità del dubbio senza la pretesa ad ogni costo di offrire la soluzione. Occorre imparare l’annuncio di Cristo con il linguaggio di chi non ha paura di abitare la notte con tutte le sue domande, piuttosto che parlare di Cristo come se l’esperienza di Lui significa possedere tutte le certezze.

Occorre l’umiltà di una fede che sa che il passaggio dalla notte al giorno non è passaggio dalla ricerca al possesso, ma dalla dispersione, ossia dalla damnatio, all’esperienza della luce del Risorto. E sotto la guida di questa luce la vita acquista una direzione, un senso, mentre giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera, prova dopo prova, si compie il grande pellegrinaggio verso la risposta definitiva, verso il riposo e la quiete, verso la pace dell’anima.

Cristo è la nostra pace.

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“Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata solo ora con l’apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo del Vangelo, del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro”.
(2Tm 1,1-3.6-12)

“Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo”. (Ef 2,4-10)

(EC)

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