L’Euro è una delle conquiste più grandi dell’Europa del XX secolo. Ma ha avuto il suo prezzo. Per molti, è impensabile guardare indietro. Sarebbe un suicidio. Paul Krugman non entra in merito al “progetto” euro, ma dà un giudizio di merito, pertinente al suo campo, sul rapporto tra le intenzioni reali dei paesi che hanno più spinto per creare l’Euro, prima in testa l’Italia, e i risultati reali ottenuti rispetto a quelle intenzioni. Un progetto non riuscito, dice Krugman. Da economista. Per noi cittadini – rimasti in pochi? – che crediamo ancora nel progetto politico di una Unione Europea a tutti gli effetti, l’Euro non è stato un danno. Lo sono è stata una classe politica rivelatasi incapace di lungimiranza e di proseguire a portare avanti il sogno dei padri dell’unione. (E,C.)
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Mi ricordo che l’anno scorso Giancarlo Corsetti giunse alla conclusione che l’Euro non ha fatto nulla per risolvere il problema del peccato originale – ovvero i prestiti in valuta estera. Aveva pienamente ragione.Nell’articolo di ieri stavo facendo un raffronto ancora più preoccupante: l’Euro ha imposto il peccato originale ai paesi che prima erano innocenti, quelli che erano soliti chiedere prestiti nella propria valuta. L’Italia negli anni ‘90, al di là di tutti i suoi difetti, mantenne la capacità di sanare i suoi debiti stampando moneta, ma l’Italia ora non può più farlo.La triste ironia è che l’euro, in verità, è essenzialmente una creazione italiana. Entrando nel merito degli ultimi anni ’80 e dei primi anni ’90, divenne chiaro che l’euro fosse stato ben concepito come una macchinazione dei tecnocrati italiani per rendere se stessi banchieri centrali tedeschi.Questa non è stata, a quanto pare, una buona idea.
Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/11/11/original-original-sin/?scp=1&sq=paul+krugman+italy&st=cse
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