La crisi greca ci insegna che il libero mercato non è libero

La crisi greca ci insegna che il libero mercato non è libero.

E se non è libero il mercato, non è libero l’uomo.

Anziano piange in Grecia_02

 

Quando un mercato cosiddetto libero è controllato dalle poche famiglie più potenti al mondo, quell’un percento che guadagna più di 95 mila dollari l’ora, senza versare una goccia di sudore, e dalle banche che moltiplicano il denaro con pure operazioni di speculazione finanziaria, esso non è affatto libero, e non è neanche un mercato. Il mercato prevede uno scambio di beni. Quella in cui viviamo oggi è la società della rapina.

Quando, in un paese civile, un uomo ha lavorato per più di cinquant’anni col sangue e il sudore, e lo vedi piangere dalla disperazione perché i suoi risparmi sono stati trattenuti dalle banche, per permettere allo Stato di pagare i suoi debiti, dobbiamo chiederci quanto civile sia diventato il paese nel quale viviamo.

 

Anziano piange in Grecia_01

 

Quando i governi non garantiscono più la protezione dei diritti più fondamentali della persona e delle famiglie, ma sono diventate delle succursali di entità oscure e nascoste che manovrano tutte le ricchezze della terra, viene da chiedersi se non siamo finiti sotto una forma invisibile di dittatura, mascherata di democrazia.

Il libero mercato e la società non sono liberi finché a tutti non vengano riconosciuti i diritti umani più fondamentali e uguali opportunità.

In un libero mercato può essere giusto che chi merita salga più in alto o riceva di più, ma quando per avere di più si crea un sistema internazionale di predazione e di rapina dei beni che non sono il frutto del proprio lavoro, l’umanità si muove verso la sua distruzione.

Questo ci insegna la crisi greca. Questo ci insegna la mutazione del progetto di una Europa Unitaria in una alleanza trasversale tra pochi potenti per l’accrescimento della propria ricchezza nazionale a danno degli altri partner dell’Unione.

Occorre ripensare l’intero progetto dell’Unione Europea.

Occorre ripensare l’intero progetto dell’economia.

Per far queste due cose occorre pensare per intero – e progettare – un nuovo modello di umanità.

E.C.

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Fonte delle immagini: Sito web ‘La Repubblica’

http://www.repubblica.it/economia/2015/07/03/foto/pensionato-118244261/1/#1

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