La Parola di Dio è il punto sorgente della fede. Occorre convertirsi da un cristianesimo “low cost” al fervore di una nuova stagione di annuncio

Possiamo essere legati a mille tradizioni e devozioni, ma la fede nasce nell’ascolto profondo della parola di Dio e ai piedi della croce, accanto a Maria“.

E.C.

Commento alle letture della III Domenica del Tempo Ordinario 2024 – Anno B (DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO)

Ascolta il vangeli in formato audio QUI.

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Le letture di oggi ci invitano a destare il cuore, come se qualcosa di grande sta per accadere. Giona, dopo essere fuggito da Dio, ritorna a Ninive e predica la conversione. E la città si converte. Paolo ci invita a vivere pronti, come se dovessimo partire per un viaggio lontano e di restare desti perché la chiamata a partire potrebbe arrivare da un momento all’altro.

Gesù non si limita a fare il predicatore solitario e a pronunciare discorsi di consolazione solo ai derelitti. Egli comincia a chiamare i suoi primi discepoli. Crea un gruppo e lo prepara, lo organizza per una missione che dovranno compiere e che dura ancora oggi e ci riguarda tutti. Non è più tempo di stare con le mani in mano, aspettando che sia qualcuno altro a risolvere i problemi. Quei primi chiamati sentirono che qualcosa si stava muovendo in loro, che Gesù stava dando loro un inatteso nuovo impulso alla vita, un nuovo slancio interiore, un nuovo sguardo sulle cose, li stava sbloccando. “Ed essi, lasciate le reti, lo seguirono”.

Ciò che sta avvenendo, ciò per il quale occorre vivere in stato di allerta è la venuta del Regno di Dio e la sua giustizia. Il Regno di Dio è già qui. È in mezzo a noi, nella persona di Gesù. Esso è annunciato al mondo… e ogni essere umano è chiamato a dare la sua risposta, o di adesione oppure o di rifiuto o di indifferenza.

Noi siamo chiamati da Gesù per affrontare la missione di un grande rinnovato annuncio della Parola di salvezza in questo tempo, segnato dalla dittatura del relativismo, dalla globalizzazione dell’indifferenza e dall’abbandono della fede.

Purtroppo, anche all’interno dei confini della Chiesa ci troviamo, spesso, ad abbassare l’asticella della fede e a ridurre il cristianesimo ad una sua versione light o low cost, non impegnativa, un cristianesimo comodo e “in pantofole”.

Ma questo cristianesimo si svuota di tutto e non può dare più niente. È un cristianesimo senza conversione, senza vangelo, senza Spirito Santo, senza partecipazione, senza protagonismo, senza preghiera, senza Eucaristia, senza morale e senza croce. È un cristianesimo che si fonda sull’inganno che ognuno è libero di credere in Dio COME vuole, SE vuole… e scegliendo in cosa credere e cosa scartare. E poi basta comportarsi bene.  

Un cristianesimo così è un cristianesimo senza Cristo.

Possiamo essere legati a mille tradizioni e devozioni, ma la fede nasce nell’ascolto profondo della parola di Dio e ai piedi della croce, accanto a Maria.

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