“Siamo noi, oggi, la voce che si deve alzare in mezzo alle tempeste di sabbia nei deserti della vita di tanti uomini e donne per annunciare che il tempo di Dio sta per arrivare, che questo mondo sta per compiersi e che arriva il tempo del pieno compimento del regno di Dio”.
Commento al vangelo della III domenica di Avvento – Anno B
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Il Messia che viene nel mondo, il Figlio di Dio, è il centro propulsore dell’intera storia umana la forza stessa che muove l’universo. Egli è colui che era fin dal principio, prima ancora che ci fosse un principio di tutto ciò che esiste. Egli è il Verbo di Dio, l’incarnazione della Parola dell’Eterno Padre, quella Parola che possiede in sé stessa la forza di creare e di redimere.
Egli è la luce che illumina le tenebre e apre la porta del cielo e introduce alla luce eterna del Padre. Essendo luce, in lui non c’è ombra, perché la luce è l’unico elemento che non proietta un’ombra di sé stessa ma altra luce.
Adorarlo come il cuore di tutto il nostro essere dovrebbe essere naturale come respirare.
Ad annunciare la venuta della luce nel mondo è il Battista. Egli è come noi, segnato dall’ombra perché peccatore, ma splende della luce riflessa del Figlio di Dio perché ha dato tutto, di sé stesso a lui e nell’attesa della sua venuta egli è vissuto. Giovanni è la voce che si innalza dalla polvere del deserto per annunciare la venuta nel mondo della Parola eterna di Dio. È il profeta che ha intravisto e ha dato l’annuncio.
L’avvento è tempo per risvegliare in noi la vocazione a essere immagine del Battista per il nostro tempo. Siamo noi, oggi, la voce che si deve alzare in mezzo alle tempeste di sabbia nei deserti della vita di tanti uomini e donne per annunciare che il tempo di Dio sta per arrivare, che questo mondo sta per compiersi e che arriva il tempo del pieno compimento del regno di Dio.
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