Commento al vangelo della VI domenica di Pasqua – Anno A
Ascolta il vangelo: https://www.lachiesa.it/bibbia/cei1974/mp3/Gv-14.15.mp3
Mentire è l’arte del diavolo. Egli mente si tutto. Mente all’uomo su Dio, per farlo apparire lontano, indifferente e crudele. Mente a Dio sull’uomo, per accusarlo e fare apparire inutili gli sforzi per redimerlo. Mente ancora all’uomo e gli offre una rilettura della sua vita in chiave fallimentare, per farlo sentire sbagliato, non all’altezza di ricevere il perdono di Dio.
C’è però chi ci offre una narrazione sulla nostra vita, secondo uno sguardo di amore e verità. È lo Spirito Santo.
Contrariamente al maligno (e a volte anche al nostro stesso Io), che può anche dirci cose vere sul nostro peccato ma sempre con una finalità di menzogna, per farci gettare la spugna e rinunciare a Dio, lo Spirito Santo, invece, che è lo “Spirito della verità” ci offre una narrazione del mistero su noi stessi che non ignora il male in noi ma lo illumina mettendo l’accento sull’infinita misericordia di Dio, a dispetto di quel male. Egli ci dice che il peccato non è la verità totale sulla nostra vita e che noi siamo amati da Dio di un amore infinito nonostante il nostro peccato.
«Se mi amate», dice Gesù, «osserverete i miei comandamenti». «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre».
Per ricevere il dono dello Spirito è necessario che Gesù preghi il Padre, perché lo Spirito Santo è puro dono. Noi lo possiamo invocare, e dobbiamo farlo, ma è solo la preghiera di Gesù che ci permette di riceverlo, a condizione di amare Gesù al di sopra di ogni cosa, di rimanere in intima comunione con lui e vivere secondo i suoi insegnamenti.
Il mondo, dice Gesù, quello che non riconosce Gesù come Signore, non può ricevere lo Spirito perché il suo cuore è chiuso a Dio. E le opere che essi compie non sono quelle dello Spirito.
In un mondo segnato dal progressivo tramonto di Dio noi dobbiamo far brillare la luce di Dio che è in noi. Dobbiamo attingere, con fiducia, alle sorgenti della fede e ricordarci che Gesù ci ha promesso:
«Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
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