Si può cantare e danzare al ritmo di “Gesù è il Signore”. Pregare con il corpo è pregare con tutto se stessi. Chi ci aiuta a pregare con il corpo ci aiuta a pregare al ritmo dello Spirito Santo stesso. Ma se i movimenti del corpo non ci portano nelle profondità della nostra interiorità, dove siamo condotti dallo Spirito, come dentro a un deserto spitiuale, per fare i conti con i nostri insoluti, con le nostre ambiguità e contraddizioni e se non siamo disposti a lasciarci condurre verso la pace con Dio, con il prossimo e con il creato, quell’invocazione rimane priva di energia di salvezza. Poiché “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt 7,21).
E.C.
scritta nel 2008
Nessun commento pubblicato