Preghiera di un presbitero che contempla la presenza di Dio nella sua vita

Signore,

quante volte penso di fare molte cose per te,

di dedicarti molte energie, tempo e spazio…

Alla fine delle mie giornate arrivo stanco,

ma felice di aver lavorato per te, e per il bene delle anime.

In realtà, so bene, però, che se qualcosa riesco a portare a termine,

non è per la mia bravura, ma per la tua infinita misericordia:

sei tu a farla in me; è’ il tuo Spirito a lavorare.

E lui a prendere l’iniziativa. E Lui che costruisce.

Io gli presto solo una parola fragile e mani deboli.

Troppe volte, nell’intento di non lasciare nessuno deluso,

cerco di abbracciare tutto e tutti.

Il mio lavoro si estende

fino alle ore profonde della notte.

E il tempo stesso che rimane per il sonno

è disturbato da improvvisi risvegli…

Sono attimi in cui approfitto per dire ancora una preghiera

e fare una invocazione

per tutti coloro che attendono qualcuno

che si ricordi di loro e che raccolga le loro sofferenze,

in cerca di una parola di sostegno,

o forse… di qualcosa in più,

di una parola miracolosa

che io non posseggo,

ma che tanto vorrei avere

per lenire tante sofferenze.

Qualche ora ancora e inizia un nuovo giorno.

Mi risveglio….

e mentre mi preparo ad affrontare il nuovo giorno,

col suo carico di gioie e sofferenze,

contemplo il mistero del tuo amore

e della tua presenza nella mia vita;

e mi trovo ancora una volta

davanti alla verità sulla mia esistenza …

la verità della mia vocazione:

Nulla mi appartiene,

Nulla mi è dovuto.

Tutto è dono.

Il mio premio e la mia benedizione consistono

non nella tanto attesa ricompensa dell’operaio,

ma nell’essere stato chiamato

a lavorare nella tua vigna.

La vita che mi hai dato come un miracolo d’amore,

il mirabile dono della fede battesimale,

la vocazione sacerdotale,

la Chiesa nella quale sono nato alla fede

attraverso il battesimo

e quella che mi ha ordinato nel sacerdozio,

il popolo di entrambe queste Chiese,

il presbiterio al quale appartengo,

le persone che mi fai incontrare ogni ora,

la gioia che attraverso di loro mi dai,

la gioia che dai a loro attraverso una mia parola, spesso insufficiente.

La stessa fatica di portare con loro

la tua… la loro… la mia croce… insieme…

la gioia di spezzare con loro il pane eucaristico…

Tutto questo ho ricevuto gratuitamente

e gratuitamente lo condivido con chi ne ha bisogno.

Nulla mi sono costruito con le mie mani

nella vigna in cui sono solo servo.

Tutto appartiene a Te.

L’unica mia vera, grande benedizione

è appartenere a Te;

La mia più grande gioia

è gustare questa appartenenza nel profondo,

e sapere che essa deriva unicamente dal tuo Amore.

Ed è per me sorgente di forza interiore sapere che

né morte né vita, né spada né carestia,

né menzogna né calunnia

potranno mai separarmi dal tuo amore.

Chi possiede Te possiede tutto.

Ciò che ti chiedo, Signore della mia vita,

è di essere sempre illuminato

e portato dal tuo Santo Spirito,

di ricevere da Lui la perseveranza nella fede,

la fortezza e la resilienza nelle prove,

il perdono dei peccati,

l’amore alla Chiesa,

l’inestinguibile passione per il Regno,

lo slancio missionario verso il mondo,

L’intelletto per conoscere

i cuori e le situazioni secondo verità,

la prudenza nel giudizio,

la sincera conoscenza dei miei limiti,

la temperanza nelle azioni,

la saggezza nel consigliare,

la fermezza e insieme la compassione nelle decisioni,

l’umiltà dell’anima,

l’Amore al di sopra di tutto.

Amen

(E.C.)

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