Diciamo sempre che il mondo cambia… che è cambiato… che il modo di vivere non è più quello di un tempo… che non si arriva più a fine mese…
Ma quando parliamo di cambiamento, di cosa stiamo realmente parlando? Il più delle volte la gente intende con questa parola solo ciò che la tocca nella immediatezza della vita quotidiana. Ma questo cambiamento è solo la punta dell’iceberg, la superficie sulla quale emergono i “sintomi” di quello che è il vero cambiamento a cui la nostra generazione sta assistendo. In realtà, il vero cambiamento sta avvenendo nelle parti più profonde della coscienza umana e del suo spirito, nelle radici stesse della storia e delle culture. Sta avvenendo dentro di noi e nel grembo del mondo e non ce ne accorgiamo, se non dai “sintomi” che influenzano le nostre abitudini e sicurezze.
Se ci facciamo la domanda: “Ma cosa sta davvero accadendo all’umanità di questa generazione, al di là delle chiacchierate da bar o da salone del parrucchiere?”… Quale sarebbe la risposta. Un amico filosofo, Marco Guzzi, risponde così:
“Viviamo tutti insieme, in diretta mondiale, e in simultanea, la più grande, la più profonda, la più radicale, e quindi anche la più sconvolgente trasformazione culturale di cui abbiamo memoria storica. Ma ancora non ne siamo pienamente consapevoli, e sembra anzi che facciamo a gara a distrarcene, a far finta di niente, e ad occuparci di particolari più o meno insignificanti.
Attraverso questo straordinario processo, che è in atto in verità da secoli e che procede negli ultimi decenni con un’accelerazione impressionante, ogni concezione teorica, ogni consuetudine sociale, e ogni prassi consolidata, ma anche ogni struttura istituzionale e forma di aggregazione umana, viene sottoposta ad un travaglio, ad una digestione direi, dopo la quale niente è più come prima”.
Marco Guzzi nella Rivista “Formazione e Lavoro” – 1/2009
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