UOMO DEL MIO TEMPO (1946)

Giovedì 09 Settembre 2010 20:29

uomo_del_mio_tempo

 

di Salvatore Quasimodo

La poesia è sviluppata sul tema secondo il quale l’uomo nel corso della storia_ha modificato solamente il modo di combattere, infatti ancora oggi fa la guerra_perciò sotto vari aspetti è ancora primitivo. Al termine della seconda guerra mondiale, ancora sconvolto dagli orrori cui ha assistito, Salvatore Quasimodo lancia un appello perché un futuro di pace, di umana fratellanza possa prospettarsi alle giovani generazioni.

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Sei ancora quello della pietra e della fionda,

Uomo del mio tempo.

Eri nella carlinga, con le ali maligne,

le meridiane di morte – t’ho visto – dentro il carro di fuoco,

alle forche, alle ruote di tortura.

T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo.

Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

quando il fratello disse all’altro fratello: “Andiamo ai campi.”

E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te,

dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue.

Salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

(S. Quasimodo)

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Riflessione di E. Caruso

Il mondo ha bisogno di un nuovo inizio….

ha bisogno di poeti che liberino con la loro potenza creativa

una nuova luce e nuovi colori…

colori di un mondo dove finalmente il lupo dimorerà con l’agnello (Isaia 11:6 )…

e dove i popoli forgeranno le loro spade in vomeri (Isaia 2:4 )…

Il mondo ha bisogno di nuovi martiri che col paradosso del loro sangue testimonino la follia dell’odio…

ha bisogno di un uomo nuovo capace di guardare al cielo

e commuoversi per il miracolo della vita.

E quel giorno Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi (Apocalisse 4:4 ).

E la guerra sarà soltanto un lontano ricordo di un’era

per la quale l’umanità rinata a se stessa e a Dio

vorrà ripulirsi dalla vergogna…

e tornare sulla strada della vita che ama,

dell’amore che genera

e della gioia che illuminerà ancora una volta

i volti di un’umanità stanca e smarrita.

 

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Reazioni dell’anima – di Daniela Virgilio

Lesta si muove ormai la delusione:

percorre ogni sua strada in contro senso.

Se arretra è solo per guardare con distacco…

avere più chiarezza e meno impatto.

Ma corre già l’ennesima condanna:

l’amore che le ossa pure bagna

quell’ombra che per vita ti accompagna

che intreccia pene e poco ci guadagna.

Un soffio il suo parlarti lentamente

un bacio sulla fronte tra i capelli

desio si svela al vento travolgente

che gonfia vele… in direzione tempo.

Condanna innocente

che mai non fu così piacere eterno…

che forte ti avvolge e prepotente ti prende

ruffiana tra fili d’argento la luna complotta.

 

(Daniela Virgilio)

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5 Comments

  1. Commento riportato dal vecchio blog, di Leandro Janni: Sono un obiettore di coscienza. Nel 1985-86 ho svolto il servizio civile in sostituzione del servizio militare: 20 mesi di servizio(8 mesi in più rispetto al servizio militare). Mi sono occupato di natura, paesaggio, beni culturali. Ancora oggi me ne occupo. Con impegno e passione.
    Amore, conoscenza e libertà sono i valori che ispirano, caratterizzano la mia vita. La violenza, le guerre mi suscitano una profonda tristezza, uno sconcertante senso di irrealtà.
    Un caro saluto

  2. Commento riportato dal vecchio blog, di Luca: l’uomo solo uomo rimane bestia… con l’istinto di annientarsi..
    l’uomo che non è più uomo grazie a Cristo sopravvive a se stesso.

  3. Commento riportato dal vecchio blog, di don Ciro Cozzolino: E’ sempre una grande emozione rileggere questo testo. Grazie!

  4. Commento riportato dal vecchio blog, di Cinzia: Forse è proprio nell’essere divenuti sordi alla presenza di Cristo..o forse chi ha voluto esserlo, sordo lo è sempre stato.
    d’altronde Quasimodo si rivolge all’uomo del suo tempo, ma questo tempo resta sempre attuale.
    cambia la forma, ma no la violenza, no la sofferenza, no l’ignoranza nell’affrontare e nel vivere il quotidiano.
    senza Cristo: MAI!!!!
    dovremmo sentirNe sempre la presenza e invece molti ancora neppure Lo conoscono.
    Noi, piccola fetta di umanità, ci sentiamo stanchi???? forse….
    direi invece che siamo fortunati ad essere nati , ad essere dove siamo, a disconosere sulla nostra persona alcuni mali del nostro tempo..
    ma non dimentichiamo che i mali dei cosiddetti tempi passati, ancora dilagano in un mondo che pensiamo non nostro e che invece , appunto perchè fortunati, dovrebbe appartenerci ancor di più.
    e adesso Enzo concedimi un pensiero rivolto a Daniela: chi legge i tuoi pensieri riesce a leggere davvero lungo la profondità dei tuoi occhi, conosco l’intensità trasmessa dalle parole di Enzo…oggi ho conosciuto anche la tua.
    ciao anche a te Daniela

  5. Commento riportato dal vecchio blog, di Salvo Caruso: Piacere immenso nel rileggere dopo tanto tempo questa poesia, uomo del mio tempo, ho letto questo post ed effettivamente mi sono fermato un pò a riflettere, enzo credo che tu sia d’accordo con me nell’affermare che purtroppo anche se i tempi ( teoricamentei ) cambiati purtroppo non fanno ben sperare, ci sono posti ignorati dalle masse dove ogni giorno si consumano stragi e genocidi, questa è davvero una cosa triste che ancora oggi non permettere di distinguere alcuni uomini dagli animali…


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