Venite gente, l’omelia sarà breve.

dal blog di Luigi Accattoli

Scrive Luigi Accattoli nel suo blog, il 27 agosto us: “<<Giorni feriali / ore 08.00 / Santa Messa / con breve omelia>>: cartello a stampa sul cancello in capo alla scalinata che immette nel sagrato della chiesa dei Cappuccini a Sestri Levante. Dai gradini della chiesa regale veduta sulla Baia del Silenzio e sull’Isola di Sestri, oggi penisola”.

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Una provocazione.

Capita spesso di sentirlo dire, ovviamente da cattolici zelanti, proprio perché loro a Messa ci vanno: “Domenica vado alla Messa di don X, perché in 30 minuti siamo fuori”. Oppure “la migliore Messa in paese è alla Chiesa di S. X, perché dura solo 30 minuti. Fa una predica brevissima”.

Lasciamo stare che non sempre noi preti siamo altezza della Parola di Dio che stiamo spiegando alla gente, e che si suppone abbiamo spiritualmente interiorizzato e vissuto, prima di porgerla agli altri. Al Card. Ratzinger, non so se a torto o a ragione, viene attribuita una battuta spiritosa: “Credo nella divinità di Cristo e della Chiesa, perché ogni domenica essa sopravvive qualche milione di omelie”.

Qualche anima devota potrà storcere il muso, come se si volesse parlar male dei preti per puro spirito di contestazione. La verità è che ci sono moltissimi preti che “si preparano” l’omelia prima di salire all’altare. E preparare non significa “la lezione”. Piuttosto significa che prima della Messa, si preparano spiritualmente al sacramento che stanno per celebrare insieme al loro popolo.

Il punto di questa riflessione è un altro.

Si può dire che la Messa è migliore perché il prete se ne esce in 30 minuti?

Sorge spontanea la domanda: Ma per chi parla così, la Messa cos’è, una odiosa tassa da pagare alla Chiesa per “togliersi il pensiero del precetto domenicale” e per garantirsi dei punti per l’ingresso in paradiso?

Siamo alla stregua della società dei punti, dove se fai la spesa sempre nello stesso supermercato, oppure la benzina allo stesso distributore, viene data una tessera su cui l’esercente carica i punti, raggiunti il massimo dei quali si vince un premio?

Se un numero considerevole delle persone all’interno delle comunità pensa che la migliore messa è quella con la predica corta, o senza predica, in parte può dipendere da noi preti, ma resta un fatto: per molti cristiani la Messa è l’unica forma di partecipazione attiva alla vita della Chiesa e al suo culto.

Ora, qui potremmo tirar fuori tutti i ragionamenti del caso: “a Messa non si va per dovere ma per amore”; “Non si va a Messa per il prete o la predica, ma per Gesù”… Tutti ragionamenti giusti. Ma ce n’è uno ancora più elementare, che affronta la questione senza dover fare alta filosofia. Quale?

Parliamo della Messa domenicale. Quand’anche essa dovesse durare 60 minuti, si solleverebbero le critiche di molti: “Questa Messa non finisce più!” Ma, se facciamo i conti, della nostra settimana, molti dedicano a Dio un tempo totale di 60 minuti. Se anche la Messa durasse tanto, stiamo parlando di un’ora. Un’ora dedicata a Dio, alla Comunità e alle cose dello spirito. Il resto della settimana se ne andrà occupandosi delle cose della materia. Denaro in cima.

Facciamo una considerazione. Le messe hanno una durata diversa anche quando l’omelia avesse la stessa durata. Perché? In un giorno feriale la Messa è spesso priva di canti e animazioni e con 10 minuti di omelia la Messa può durare anche solo 35 minuti. Ma la domenica, se tutte le parti importanti sono cantate (solo il canto del gloria può durare anche 5-7 minuti) ed è presenta la corale che canta, la stessa Messa con l’omelia di 10 minuti può durare fino a 60 minuti. A questo punto dobbiamo chiederci? Cos’è che non tollero veramente? L’omelia o la durata della messa? A quanta gente si sente dire: io vado in quella parrocchia perché la domenica, in 30 minuti, siamo fuori.

A questo punto vanno dette due cose:

a) la durata di un’omelia non dovrebbe superare i 10 minuti. A tutti i sacerdoti capita, però, di andare oltre questo limite, di tanto in tanto. Le ragioni possono essere tante. E se chi parla sa toccare profondamente i cuori, anche 15 minuti di omelia saranno accolti come ossigeno puro. E per quanto si voglia essere maligni, di preti che sanno parlare al cuore ve ne sono più di quanto si voglia ammettere.

b) per chi non è interessato al vangelo, al mistero che sta celebrando ma è lì solo per una ricorrenza (un funerale, un matrimonio), nessuna parola riuscirà mai a penetrare la corazza del cuore, neanche se a predicare fosse Giovani il Battista in persona.

Poniamoci adesso la domanda più importante: ma perché vado a Messa? E perché ho scelto questa messa a quest’ora e non un’altra? Quando vado a Messa, cosa cerco davvero? Cerco di allargare gli spazi interiori di Dio nella mia vita o cerco solo di compiere un togliermi il pensiero? Se andare a Messa mi fa sentire in catene meglio che non vada.

Stiamo celebrando un mistero, quello dell’Amore infinito di Dio che nel sacrificio del suo Figlio salva l’umanità, o stiamo pagando un dazio, per garantirci il certificato di buona condotta?

Considerando quello che c’è in gioco, dire “Vado a messa da don X perché dura solo 30 minuti” solleva una viva preoccupazione. Meglio una Messa di 60 minuti, durasse anche tanto per un’omelia di 25 minuti, ben sapendo che anche il prete deve essere umile e saper quando staccare.

Ma porre un cartello sulla porta della Chiesa, che dice: “Venite gente, l’omelia sarà breve“, questo no.

(EC)

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2 Comments

  1. Caro Don Enzo,
    per prima cosa è meglio non giudicare coloro i quali sembrano avere gran fretta per “uscire” da Messa.
    Per quanto riguarda me, nei personali 50 anni di Messa domenicale, ho incontrato poche volte Preti che abbiano saputo “parlare in parabole e/o spiegare le parabole”.

    E oggi più che mai, nell’era di internet e del conseguente maggior sapere, rimanere per oltre 15 minuti a sentire le frescacce di taluni prelati “ingobbiti dall’indottrinamento arcaico” è diventata una “penitenza al limite della sopportazione”.

    Chi va a Messa decida educatamente ciò che vuole. Io sono per discernere sempre fra primi e ultimi.: dubito fortemente quando la distinzione fra primi e ultimi viene dal pulpito

    Un caro saluto
    Maurizio Sarlo

    • Gentile Maurizio,

      Il mio consiglio è che rilegga di nuovo l’articolo.


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